Come un ponticello sia diventato il pretesto per non fare
una delle stazioni più importanti della Capitale.
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A seguito della pubblicazione del cronoprogramma delle modifiche alla viabilità presso la circonvallazione Casilina, legati all’avvio
dei lavori di costruzione della nuova stazione del Pigneto, nel quartiere si è
scatenato un vero e proprio tumulto sulla chiusura del ponticello che collega
le due sponde dell’abitato.
In un assurdo e contorto sofismo mentale c’è chi è arrivato
a chiedere la rinuncia alla costruzione della fermata ferroviaria, per salvaguardare
la storica passerella.
Dal prossimo 24 marzo, infatti, il ponticello verrà
definitivamente chiuso per iniziarne i lavori di smantellamento e al suo posto
verrà reso disponibile, solo dal 14 aprile, una struttura provvisoria posta più
a sud dell’attuale ponte.
Insomma gli abitanti del Pigneto dovranno al più sopportare 3
settimane durante le quali bisognerà passare dalla Prenestina o dalla
Casilina per scavalcare il vallo ferroviario, ma il melodramma sullo storico
ponticello è già in atto.
Al di là dell’affetto, più o meno reale, più o meno
motivato, che si può nutrire verso questo camminamento, la stazione del Pigneto
è destinata a ricucire il quartiere con una più ampia piazza civica che costituirà
la copertura del vallo. Tutto ciò senza contare l’opportunità di avere una
stazione servita dai treni per Fiumicino, Viterbo, Monterotondo, Orte e le altre
maggiori stazioni di Roma, tra Tuscolana, Ostiense e Trastevere.
Il sacrificio del ponticello, che sarà comunque ricordato sulle tracce della copertura del vallo ferroviario, benché sofferto è necessario per un quartiere più coeso e vivibile.
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