Metro C: le conseguenze del taglio dei fondi

Ulteriori informazioni stanno emergendo a seguito della notizia del definanziamento della linea C.

Metro C: le conseguenze del taglio dei fondi
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Come raccontato qualche giorno fa, nella bozza della Legge di Bilancio 2025 è comparsa la scure di un maxi taglio del valore di 425 milioni di euro sul quadro economico che era stato finanziato con 2,2 miliardi nel 2022.

Sul tema è intervenuto il sindaco Roberto Gualtieri, in un'intervista a Il Messaggero, nella quale ha spiegato le conseguenze del taglio dei fondi:

Il taglio di 425 milioni renderebbe impossibile spendere anche gli altri 465 già stanziati [sulla tratta T1 Clodio-Farnesina ndr], perché questa tratta non può essere scomposta. Quindi salterebbe l’intera tratta e non potremmo neanche fare la progettazione esecutiva dell’opera che stava per partire. E per di più aumenterebbero di 50 milioni i costi necessari a realizzare la tratta T2, da piazza Venezia a Clodio/Mazzini.

Il sindaco ha anche sottolineato la strategicitá per il traffico di partire dalla Farnesina accorpando le tratte T1 e T2, con il varo delle talpe che avverrebbe in un'area di proprietà AMA senza conseguenze per la viabilità circostante.

Secondo Gualtieri non ci sarebbe una scelta studiata contro la città di Roma, ma la riduzione dei fondi sarebbe figlia di un taglio lineare delle spese applicato in maniera approssimativa. 

A confermare indirettamente questa versione è il Comitato MetroXRoma che in un'interessante disamina ha scovato che nella sezione I della Legge non sia stato prevista una riduzione del finanziamento, che tuttavia compare negli allegati tecnici. 

Secondo MetroXRoma, a meno di giravolte normative in grado di intaccare indirettamente la metro C, la bozza di legge contiene un errore di qualificazione del taglio delle spese, non allineando al proprio interno i dettami normativi (sezione I) con i tabellari di spesa allegati.

Insomma la questione si complica, ma l'allerta è già elevata. Durante la settimana il sindaco incontrerá il Presidente del Consiglio Meloni e il ministro dell'economia Giorgetti per chiarire la questione. 


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