Atac: la giunta approva le linee guida nel nuovo contratto di servizio

Il documento rappresenta il primo passo per la stesura del nuovo accordo economico tra Roma Capitale e Atac.

Atac: la giunta approva le linee guida nel nuovo contratto di servizio

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Con una deliberazione, la Giunta di Roma Capitale ha approvato le linee guida in base alle quali dovrà essere scritto il nuovo contratto di servizio tra Comune e Atac. Il documento, consultato in anteprima da Odissea Quotidiana, ha confermato sostanzialmente le previsioni contenute nella DAC 159/2023 e nel Piano Economico Finanziario simulato (PEFs) 2024-2027, pur essendo trascorso un anno rispetto al termine originale del contratto che prevedeva, per l’appunto, la stipula entro il 1° gennaio 2024.

Secondo gli obiettivi posti, ricordiamo, Atac dovrebbe aumentare il servizio dai 129 milioni di vetture-km attuali a 140,1 nell’anno corrente, quindi 147,1 durante il 2025, 153,6 nel 2026 e, infine 161,3 milioni di vett-km nel 2027.

Tale obiettivo sarà perseguito, si legge, mediante l’aumento della produzione del +39% delle metropolitane, soprattutto con l’intensificazione del servizio della metro C, quindi anche con l’aumento del servizio sulle reti filobus e tram di +1 milione di vett-km all’anno.

La palla passa ora ai municipi, all’ACoS (Agenzia Controllo Servizi Pubblici locali) e agli altri enti interessati, che dovranno esprimere il proprio parere sulle linee guida: il passaggio successivo sarà l’approvazione del contratto in Assemblea Capitolina e la stipula dell’atto con Atac.

Stando a fonti vicine al Campidoglio, l’Assessore Patané starebbe spingendo per contrarre quanto più possibile i tempi ed evitare un’ulteriore proroga del contratto attuale oltre il 31 dicembre 2024: in base alle normative anticorruzione, il nuovo contratto infatti dovrà essere esposto e congelato per 60 giorni sul portale dell’ANAC, perciò i tempi sono strettissimi.

Considerando anche lo scontro politico sull’aumento del costo del biglietto, nel nuovo contratto sarà inserita l’opzione “nucleare” di cancellare tutte le agevolazioni di cui fruiscono 166mila romani, in caso di mancato finanziamento da parte della Regione Lazio.

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