Il 9 novembre 2014 il primo viaggio tra Centocelle e
Pantano. La destinazione? Il futuro.
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Alle 5:30 del mattino di 10 anni fa la terza linea della
metropolitana di Roma era nata. Una partenza sofferta e con molti vagiti, tra
l’allora sindaco Marino che si era “incatenato” al MIT per avere gli ultimi
nulla osta e la prima corsa che fu terminata anticipatamente all’ombra dei Due
Leoni a causa di un guasto tecnico.
Ma la storia della metro C è ben più lunga di così:
ripercorriamo insieme la linea più antica e moderna di Roma.
Anno Domini 1962. Il Comune di Roma approva il primo Piano
Regolatore Generale moderno, inserendo il tracciato della futura linea A ma
anche della nuova linea G, che dovrebbe essere costruita sfruttando in larga
parte il tracciato dell’esistente ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri: lungo il cordone
ombelicale del trenino di via Casilina erano cresciuti negli anni precedenti interi
quartieri, dall’ex villaggio Breda agli insediamenti abusivi, ai palazzoni di
Tor Bella Monaca. Un peso antropico che la sola ferrovia economica del 1916 non
poteva più sostenere, al punto di ipotizzarne la parziale trasformazione in
metropolitana già negli anni ‘30.
Parte del tunnel, tra il Casilino e il Tuscolano fu effettivamente
realizzato per dare lavoro alla povera Italia del dopoguerra,
senza che però sia mai stato percorso da un treno.
Il nuovo PRG, dicevamo, fu dirimente per rimettere a fuoco
l’ambizioso progetto: negli anni 80’ la società Intermetro progettò la linea G,
ipotizzando una convivenza tra il trenino e la futura metropolitana sugli
stessi binari, ma separati dal traffico privato. Per avviare tale
ammodernamento furono concessi i finanziamenti della Legge 910/1986 con nuovi
binari per la tratta esistente e l’acquisto nuovi treni simil-metropolitana:
parliamo degli ETR820 della Firema, molto simili per concezione ai convogli
urbani della ferrovia Roma-Viterbo.
Nel 1995 il Comune approvò l’Agenda dei Trasporti Pubblici
(DCC 349/1995), individuando la tratta Ottaviano-San Giovanni della
ridenominata linea C quale prioritaria per il Giubileo: la successiva
Conferenza dei Servizi del 1997 fece sfumare l’obiettivo di aprire la linea per
l’Anno Santo, ma il sogno restò.
Nel 1999 il Comune divise la linea in tratte funzionali, il
successivo PROIMO (Programma Integrato della Mobilità) e l’ingresso nel
perimetro della Legge Obiettivo (443/2001) accelerarono i tempi, imponendo
anche la guida automatica: nel 2005 venne avviata la gara di realizzazione
a Metro C Spa e il 17 maggio 2006 aprirono i cantieri della prima tratta.
Dopo anni di lavori, attese e contenziosi, il 9 novembre 2014 partiva il primo treno della linea automatica di Roma. Il successivo 29 giugno 2015, per i santi Pietro e Paolo patroni di Roma, il servizio è stato esteso da Centocelle a Lodi; il 12 maggio 2018 è stato finalmente centrato il nodo di San Giovanni. A tendere per ottobre 2025, durante il suo secondo Giubileo, la metro C verrà prolungata fino al Colosseo, ma la strada da fare è ancora tanta.
Ad inizio 2026, a vent’anni dai primi cantieri, partiranno i
lavori della delicata tratta del Centro Storico, per la quale il Governo ha
concesso i necessari finanziamenti. Con l’approvazione del progetto esecutivo arriveranno anche gli ulteriori 17 treni previsti, che potenzieranno finalmente la
frequenza della linea esistente: il traguardo per arrivare alla Farnesina è previsto per il 2035. E poi ancora lo sguardo proteso verso la Cassia, con
l’interscambio (sperato) a Giuochi Istmici e (previsto) alla Giustiniana.
Tante sono le ambizioni della metro C, la linea più antica e
moderna dell’Urbe, gioia e cruccio dei romani, sogno e speranza dei pendolari.
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