In occasione della Settimana Europea della Mobilità, sono stati presentati a Roma i risultati del report di Motus-E.
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Il report pubblicato a giugno 2024 da Motus-E, associazione italiana che raggruppa oltre 100 tra associati e partner che si occupano di mobilità elettrica, è stato illustrato nell'ambito di un evento organizzato in occasione della Settimana Europea della Mobilità 2024 nell'aula consiliare della Città Metropolitana di Roma Capitale, a Palazzo Valentini.
OBIETTIVI EUROPEI E FINANZIAMENTI
Secondo quanto emerso, negli ultimi anni vi è stata una importante crescita delle trazioni alternative nel mercato dei bus urbani. Gli obiettivi europei prevedono infatti due principali deadlines: il 90% delle nuove immatricolazioni di bus urbani dovrà essere a zero emissioni entro il 2030, mentre l'obiettivo del 100% dovrà essere raggiunto nel 2035.
Per i bus extraurbani e a lunga percorrenza (coach) è invece prevista una progressiva riduzione delle emissioni climalteranti fino al 90% nel 2040.
Questo periodo di transizione dalle tecnologie tradizionali (diesel e metano) a quelle a zero emissioni (elettrico e idrogeno) è al momento sostenuta da fondi pubblici, sia nazionali che europei, e continuerà ad esserlo anche nei prossimi anni. Ad esempio, con uno stanziamento di 3,7 miliardi in 15 anni, il Piano Strategico Nazionale Mobilità Sostenibile (PSNMS) consentirà di acquistare in tutta Italia fino a 350/400 e-bus all'anno fino al 2033.
BUS ELETTRICI IN ITALIA ED EUROPA
Secondo i dati disponibili e aggiornati al 2023, le trazioni alternative - a seguito della diminuzione delle immatricolazioni di nuovi mezzi diesel - rappresentano il 73% dei bus urbani europei. I veicoli elettrici ricoprono una quota maggiore di quelli a gasolio solo se si esclude la quota di veicoli ibridi, perlopiù di tipo "mild" e dunque impossibilitati a viaggiare in modalità completamente elettrica.
L'Italia è attualmente al nono posto per flotta di bus elettrici in Europa, con 908 veicoli immatricolati dal 2012 al 2023. I leader della classifica sono Regno Unito e Germania. Le gare indette ed aggiudicate sono però molte: saranno senza dubbio d'aiuto nel colmare il gap esistente e raggiungere il livello degli altri Paesi europei.
La tecnologia ad idrogeno (fuel cell) invece stenta a decollare a causa di difficoltà oggettive per lo stoccaggio del combustibile e per via dell'alto costo di rifornimento con idrogeno verde. Ad oggi, l'idrogeno in Italia rappresenta solamente il 3% degli autobus urbani a zero emissioni.
Per quel che riguarda il parco mezzi circolante, secondo i dati della Motorizzazione Civile aggiornati al 30 settembre 2022, il 90% dei bus urbani ed extraurbani in Italia resta alimentato a gasolio.
LE PROSPETTIVE FUTURE
L'Italia ha ancora il 20% dei bus urbani (8.700 veicoli) con motorizzazioni tradizionali di classe anti-inquinamento Euro 2 e 3: entro il 2025 tali veicoli dovranno essere sostituiti perché subentreranno i divieti di circolazione. Anche per questo motivo - grazie agli ingenti finanziamenti pubblici arrivati - sono state indette gare per oltre 2.300 mezzi elettrici e 165 ad idrogeno.
Con ultimi miglioramenti in termini di capacità delle batterie installate sui bus a zero emissioni, è possibile sostituire bus a gasolio con un solo bus elettrico:. I benefici sotto il profilo ambientale sono evidenti: si stima per il 2050 un risparmio di quasi 1 miliardo di litri di combustibili fossili e una riduzione di oltre 2.393 kt di CO2 rispetto al 2023.
Di contro, sempre secondo le stime al 2050, la richiesta di potenza elettrica per la ricarica dei bus elettrici sarà pari a 2,55 GW. La capacità installata di fonti di energia rinnovabile, già oggi, consente di superare tali richieste: sebbene sia necessario un'adattamento della rete a livello locale, l'elettrificazione delle flotte urbane italiane non rappresenterebbe dunque un problema in termini di consumi elettrici complessivi.
LO STUDIO
Puoi approfondire i contenuti del report "Evoluzione dell’elettrificazione del trasporto pubblico locale" di Motus-E a questo link.
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