Quanto incide l’evasione tariffaria sul servizio di Atac?

Spesso si dice che i conti dell’azienda potrebbero essere risanati aumentando i controlli o ripristinando il bigliettaio a bordo, ma quanto incide realmente l’evasione tariffaria?

Quanto incide l’evasione tariffaria sul servizio di Atac?

Tra i discorsi più ricorrenti sul trasporto pubblico della Capitale, c’è sicuramente il tema della lotta all'evasione tariffaria, secondo il quale se Atac si mettesse a combattere sistematicamente i “portoghesi” vedrebbe i suoi bilanci risanati.

Un tema certamente ancora attuale, ma la cui valenza economica è piuttosto relativa.

Consultando i recenti bilanci di Atac emerge chiaramente come l’azienda abbia incrementato le attività di verifica dei passeggeri e di incasso derivante dall’evasione tariffaria: dai 2,7 €mln incamerati grazie alle multe nel 2018, il valore è quasi raddoppiato ai 4,5 €mln del 2019, fino ai 5,2 €mln del 2022 e ai 5,6 €mln del 2023, l’ultimo dato a disposizione nel bilancio recentemente chiuso.

Un dato certamente parziale, su un fenomeno di più ampia portata che non è conosciuto perfettamente a livello di numeri: attualmente non abbiamo a disposizione stime sufficientemente aggiornate sulla percentuale di evasori non paganti. Quel che è certo è che il dato si aggira intorno alle poche unità percentuali sulle metropolitane e cresce sulla rete di superficie: la discriminante è la presenza dei tornelli che, pur non risolvendo completamente il problema, certamente rende più difficile la vita ai portoghesi.

Anche ammettendo che gli incassi potenziali possano essere 10 volte più alti, attestandosi intorno ai 60 €mln, l’incidenza sugli introiti complessivi di Atac – attualmente pari a circa 1 miliardo di euro – arriverebbe a malapena al 7%.

Combattere l’evasione tariffaria resta certamente un tema di grande rilevanza, sia dal punto di vista “educativo” all’uso del trasporto pubblico, sia sotto il profilo della sicurezza a bordo dei mezzi, ma probabilmente non ha più quell’incidenza economica che aveva fino agli anni ’90. Il mancato incremento del prezzo dei biglietti – attualmente in stand by – e il congiunto aumento dei costi di produzione del trasporto pubblico ha reso il contributo economico del Comune decisamente più importante e preponderante per i conti dell’Atac.

Solo abbattendo i costi di produzione, mediante l’efficientamento aziendale e – soprattutto – mediante l’innovazione delle nuove linee tramviarie e di metropolitana, sarà possibile stabilizzare in positivo i conti di Atac e rendere, magari un giorno non troppo lontano, il trasporto pubblico della Capitale gratuito.

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