I programmi di rinnovo della linea prevedono investimenti ingenti, alcuni dei quali decisamente poco centrati.
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È da quasi un decennio, precisamente dall’avvio dei lavori della nuova stazione del Flaminio nel 2015, che si parla, a più riprese, del rilancio della Roma-Civita Castellana-Viterbo senza risultati effettivi.
A differenza della sorella Roma-Lido, inserita nel 2021 nel progetto "Metromare" e dal 2022 interessata da importanti cantieri, la linea della Tuscia non sembra godere della medesima visione sotto il profilo dell'organicitá degli investimenti.
Il risultato di questa mancanza di progettualità si è tradotta in un ritardo generale degli ingenti investimenti, stanziati da anni ma che fanno estrema fatica per essere messi a terra: oltre alla nuova stazione Flaminio, bloccata da anni, si pensi anche al rinnovo completo della tratta extraurbana (binari e palificazione) per la quale è stata paventata una maxi-chiusura di 2 anni, al rifacimento del deposito di Acqua Acetosa, oppure ancora a tutti gli upgrade tecnologici (train stop, riqualificazione stazioni, accessibilità di Flaminio vecchia, monitoraggio AVM) che solo col Giubileo è stato possibile finanziare.
Alla lentezza di utilizzo delle risorse a disposizione si sommano anche progetti malpensati come quello del raddoppio Riano-Morlupo, in gestazione dal 2017 e che non è mai stato corretto sulle manifeste criticità: l'abbandono della stazione storica di Morlupo-Capena (che ha il pregio di trovarsi nel centro abitato, rendendo possibile l'accesso a piedi alla stazione) e il collo di bottiglia del binario singolo tra Riano e Montebello.
A tal proposito è improbabile che, dopo l'approvazione di verifica ambientale, la Regione Lazio voglia tornare indietro su questo progetto di raddoppio, attualmente sostanzialmente inefficace per potenziare il servizio e dai costi ingenti. Auspichiamo che da via della Pisana almeno arrivi un forte impulso per accelerare sul nuovo segnalamento ERTMS e sull'avvio di progettazione del raddoppio Montebello-Riano che completerebbe il doppio binario da Roma a Morlupo e consentirebbe di estendere il servizio urbano a Sacrofano.
Tornando sul più ampio tema degli investimenti, riteniamo che la chiusura di 2 anni della tratta extraurbana non sia assolutamente accettabile, benché prodromica di un migliore servizio. Cantieri analoghi, come quelli che Astral sta gestendo sulla Roma-Lido, dimostrano che i lavori possono essere fatti in costanza d'esercizio, pur con riduzioni orarie.
Al netto di alcuni puntuali sospensioni, della durata di circa 2/3 mesi e non anni, anche la manutenzione dei binari e della rete elettrica nonché l’installazione dell’ERTMS può avvenire senza interruzioni del servizio ferroviario. Con strategie analoghe, evitando le interferenze con la circolazione dei convogli, si può intervenire sulla messa in sicurezza dei passaggi a livello attraverso l’installazione delle barriere.
Insomma il futuro della Roma-Viterbo faccia il proprio corso, nonostante alcuni investimenti poco centrati, ma a patto che la linea esistente resti aperta per i pendolari.
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