Ferrovie regionali: gli investimenti del Gruppo FS per Roma slittano a dopo il Giubileo

Il piano investimenti previsto per l’Anno Santo è stato completamente smembrato: dalla fermata Pigneto ai raddoppi previsti su alcune tratte, tutto sembra essersi fermato.

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Che le Ferrovie avessero dei problemi nel realizzare nuove opere a Roma era già noto dalle quattro gare per la fermata del Pigneto, slittata ormai a dopo il Giubileo, ma adesso sembra del tutto evidente che l’ambizioso piano per l’Anno Santo sia andato a farsi – letteralmente – benedire.

Al di là dei potenziamenti di sistema che stanno interessando in maniera generalizzata le tratte esistenti, sembra che fuori dal sedime esistente Rete Ferroviaria Italiana (RFI) non sia in grado di realizzare interventi di rilievo: sono di esempio le nuove fermate di Massimina, lungo la ferrovia FL5 (Roma-Civitavecchia), per la quale non è mai stata bandita la gara, quella del Divino Amore, colpevolmente definanziata dal MIT pochi mesi fa, e quella di Statuario, slittata al 2028.

I tanti cantieri in corso quest’estate sulla rete ferroviaria della Regione Lazio non apporteranno però sostanziali miglioramenti al servizio in vista del Giubileo 2025. Tutti i più importanti investimenti sono infatti previsti negli anni a seguire, come si evince dal Piano Commerciale di RFI.

Tra gli interventi in corso sulla rete laziale figurano le prime opere per il potenziamento della ferrovia FL2 (Roma-Guidonia-Tivoli), che hanno già comportato delle chiusure estive. Si prevede entro il 2024 il completamento, in più fasi, del raddoppio della tratta oltre Lunghezza per estendere il servizio ferroviario metropolitano con frequenze a 15 minuti fino a Bagni di Tivoli: il completamento dell’intervento, fino a Guidonia Collefiorito, avverrà solamente nel 2029.

Altri cantieri sono invece attivi per il potenziamento tecnologico della tratta Cesano di Roma-Viterbo della ferrovia FL3 (Roma-Capranica-Viterbo): sarà adottato il sistema ERTMS nel tracciato a binario unico al fine di incrementare la sicurezza e l’efficienza del servizio. Il raddoppio previsto lungo la tratta Cesano-Bracciano, che consentirebbe l’estensione del servizio di tipo metropolitano, è stato invece definanziato lo scorso anno ed è slittato al 2030.

Sempre per installare il sistema ERTMS, sono in corso alcune attività propedeutiche anche lungo la ferrovia FL4 (Roma-Castelli Romani): in questo caso, i cronoprogrammi prevedono il completamento degli interventi nel 2027. Per la tratta Termini-Ciampino, l’attrezzaggio con tecnologia ERTMS sarà attuato entro il 2026, rendendo così possibile un aumento della capacità della linea da 10/12 a 16 treni l’ora per senso di marcia. Il quadruplicamento della tratta Capanelle-Ciampino, che consentirà il vero salto di qualità per le linee dei Castelli (FL4) e di Cassino (FL6), è stato invece definanziato ed è slittato al 2029.

Ulteriori definanziamenti hanno invece riguardato il completamento dell’Anello Ferroviario di Roma, con il solo raddoppio della tratta esistente Valle Aurelia-Vigna Clara che sarà attivato nel 2025. La chiusura vera e propria dell’anello, tra Vigna Clara e Val d’Ala, è stata rimandata a data da destinarsi.

Per il potenziamento della ferrovia Roma-Pescara, i fondi a disposizione coprono solamente alcuni dei lotti previsti per l’opera. Anche in questo caso, il completamento degli interventi non avverrà prima del 2030.

Infine, c’è un lunghissimo elenco di nuove stazioni previste nel nodo di Roma per le quali non ci sono certezze sui finanziamenti o sulle tempistiche di realizzazione: oltre a quelle già elencate in precedenza, figurano Zama, Selinunte (Quadraro), Villa Carpegna e Paglian Casale.

Al netto dei tanti protocolli d’intesa stipulati con Roma Capitale, l’ultimo a gennaio di quest’anno, l’impressione è che il MIT non abbia molto a cuore il destino del nodo ferroviario di Roma e che le Ferrovie siano abbastanza recalcitranti nel portare avanti gli investimenti già stanziati. I romani si aspettano un cambio di passo.

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