Come funziona la numerazione delle linee bus di Roma

A Roma sono attive circa 350 linee bus, dalle destinazioni e dai numeri più disparati. Vi siete mai chiesti il criterio alla base della loro numerazione?

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L’attuale sistema che regola la numerazione delle linee autobus e tram di Roma è stato ideato nel 1980, con l’apertura della linea A della metropolitana. Al momento dell’apertura della tratta fu distribuito, come avviene per queste grandi inaugurazioni, un volantino contenente le principali informazioni sulle modifiche della rete e sulla ridenominazione generale della stessa.

Per attuare la rinumerazione Roma fu divisa in 10 quadranti ideali, numerati da 0 a 9. Il numero 1 identifica l’area del centro storico e, partendo da nord col numero 2, la città è stata divisa in otto spicchi fino al numero 9. L’ultimo numero a disposizione, lo 0, è stato utilizzato per contrassegnare le aree al di fuori del Grande Raccordo Anulare.

Tenendo a mente questa divisione in quadranti, le linee bus di Roma sono state numerate usando i primi due numeri per la zona di partenza e di arrivo, mentre il terzo è un semplice numero progressivo: ad esempio la linea 170 è così identificata perché parte da Termini (zona 1) e arriva all’EUR (zona 7) ed è la prima linea in ordine numerico che collega queste due zone (numero 0).

Fanno eccezione a questo criterio a tre cifre le linee tram alle quali sono stati assegnati i primi 20 numeri, a partire dai primi anni ‘2000. Per questa ragione le linee 225, 30/ e 516 furono rinominate con gli attuali numeri 2, 3 e 5.

Un’altra eccezione è rappresentata dalle linee express, istituite anch’esse nei primi anni ‘2000, che sono identificate dalle decine a due cifre: 20, 30, 40, 50 (ex circolare Termini-Pigneto), 60, 80 e 90. Ci sono poi le linee "C" cimiteriali e le linee "n" notturne attive dalla fine del servizio diurno fino alle 5:30 del giorno successivo.


Nel corso degli anni questo criterio non è mai stato completamente applicato per diverse ragioni: alcune ragioni storiche, disattenzioni, ma anche limiti di questo sistema.

Ad esempio le linee 16 e 23, pur essendo autobus, mantengono la denominazione degli antichi tram che percorrevano quegli itinerari. Tale discorso vale anche per linee bus “storiche”, che hanno superato indenni l’aggiornamento numerico avvenuto negli anni ‘90.

Anche la crescita di Roma oltre i limiti del GRA ha contribuito a saturare completamente le combinazioni di numeri a disposizione con lo 0: per questa ragione, ad esempio, la rete bus di Ostia viola costantemente questo criterio.

In tempi recenti vi sono state inspiegabili scelte in merito alla numerazione. Ad esempio, nel 2018, con la riforma della rete dell’EUR a seguito dell’entrata in servizio del filobus, le linee 722 e 707 sono state rispettivamente ridenominate 72 e 73 in affiancamento al nuovo filobus 74 (che svolge le funzioni dell’ex circolare 797). Questo ha portato a credere che le linee filobus sarebbero state, almeno all’EUR, nominate con le decine del 7, salvo poi attivare la linea 77 che serve tutt’altre zone della città.

Vi sono poi altre “anomalie”, come la linea 70 che non è express, mentre il 51 e il 91 sì. Oppure ancora le linee 81, 85 e 87 tra il Centro Storico e il Tuscolano che non c’entrano nulla con le linee 82, 83, 86, 88 e 89 che orbitano nell’ambito di Montesacro.

La verità è che questo criterio di numerazione delle linee autobus, benché vigente, è ormai diventato un semplice ricordo del passato per gli appassionati e un aneddoto da raccontare ai curiosi.

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