Manca meno di un mese al fatidico aumento del prezzo dei
biglietti del trasporto pubblico, ma nessuno vuole intestarsi i rincari sotto
elezioni.
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A meno di un mese dal previsto rincaro dei biglietti del Metrebus, il silenzio gela i corridoi di via della Pisana e del Campidoglio.
Nessuno, soprattutto a pochi giorni dalle elezioni, sembra volersi intestare il
rincaro del prezzo dei biglietti del sistema Metrebus, che regola il prezzo dei
mezzi pubblici all’interno della Regione Lazio.
Stando alla ricostruzione de La Repubblica, nell’edizione
del 2 giugno scorso, la sensazione è che sia tutto ancora in alto mare. Dal
comune Patané, in un’intervista di qualche giorno fa, ha fatto sapere che l’aumento sarà inevitabile se il Governo Meloni non sbloccherà ulteriori fondi, dall’altra
parte è la Regione che deve convalidare l’aumento in una deliberazione di giunta
che tarda ad arrivare. L’assessore
regionale alla mobilità Fabrizio Ghera ha fatto sapere che nelle prossime
settimane sarà in Campidoglio per valutare i pro e i contro di questa scelta,
anche in ragione della chiusura di bilancio positiva per Atac e Cotral.
Il tutto rigorosamente lontano dal voto europeo dell’8 e 9 giugno e, considerando i tempi strettissimi, è possibile che si prospetti l'ennesimo rinvio della manovra tariffaria.
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