Nell’anno appena trascorso i ricavi da traffico sono
cresciuti rispetto al 2022, ma i valori sono ancora lontani dall’epoca
pre-covid.
Tra il 2022 e il 2023 i ricavi da traffico del trasporto
pubblico locale di Roma sono aumentati del 12,3%, per un totale di 213,14 milioni
di euro incassati contro i 189,77 dell’anno precedente e i 130,71 del 2021, il
peggiore dell’epoca covid. Nel 2020, infatti, gli incassi erano stati 135,54
milioni grazie al primo trimestre vissuto in normalità.
Le vendite crescono, dunque, sia per gli abbonamenti ordinari (da 71,64 a 76,08 €mln +6,2%), sia per i biglietti a tempo e
giornalieri (da 104,97 a 121,11 €mln +15,3%), ma gli incassi complessivi sono
ben lontani 272,19 €mln che erano stati riscossi nel 2019 (pari ad un -21,7% se
confrontato col 2023).
In questo clima di disaffezione verso il mezzo pubblico, indirettamente alimentato in parte anche dai duri (ma necessari) cantieri in corso sulle principali linee su ferro, si sono inserite anche le fiammate inflattive dei materiali di consumo, dell’energia e dei carburanti che rischiano di compromettere i conti dell’Atac.
Già l’anno scorso il bilancio aziendale si era chiuso con una perdita di 50,8 €mln ed è possibile che anche per il 2023, il cui consuntivo
sarà pubblicato a fine giugno, le casse saranno in rosso.
A tal proposito la manovra tariffaria prevista dal 1° luglio 2022 sul Metrebus potrebbe essere l’unica soluzione percorribile per arginare un sistema altrimenti in perdita anche per gli altri gestori: Cotral e Trenitalia. Sul tema era intervenuto di recente anche l’assessore ai trasporti Patané: “O il Governo ci dà più fondi, o dovremo aumentare i biglietti”.
E dopo questa riconferma, la strada tracciata sembra ancor
più obbligata.
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