La mancata approvazione del nuovo contratto di servizio
(CdS) ha costretto la Giunta Capitolina a sottoscrivere, in massima emergenza, l’ennesima
proroga dell’accordo in essere: si tratta del sesto rinvio per quanto riguarda
la gestione del TPL e del quinto inerente la gestione della sosta nei parcheggi
di scambio e su strada.
Doveva essere una priorità, ma alla fine si è caduti nell’ennesima
proroga. Dopo altri mesi di attesa e un bilancio 2022 ancor più dissestato per
Atac, l’Amministrazione Capitolina ha rinviato con MGCa 93/2023 per l’ennesima volta l’approvazione
dei nuovi contratti di servizio per la gestione del trasporto pubblico e della
sosta tariffata nei confronti della sua municipalizzata.
Un primo passo era stato mosso, a ottobre, con la DAC 159/2023 che aveva approvato la relazione nella quale erano state evidenziate le ragioni e la sussistenza dei requisiti previsti dal diritto dell'Unione Europea per l’affidamento in ‘house providing’ del servizio pubblico locale per il quadriennio 2024-2027.
Lo step successivo, atteso sempre
in Assemblea Capitolina, doveva essere l’approvazione delle linee guida dei
contratti di servizio, quindi la recezione dei pareri dei municipi e degli
altri enti interessati, infine la stipula dei contratti.
Questo lungo iter amministrativo appare nei fatti molto indietro rispetto alla tabella di marcia prevista. Per questa ragione la Giunta ha approvato in emergenza le ennesime proroghe agli accordi economici per scongiurare l’interruzione dei servizi pubblici.
Una mossa che avrà effetti negativi sulle casse di Atac, visto che l’azienda aveva già ribadito con nota prot. 67325 del 20 aprile 2023 “l’impossibilità di aderire ad una ulteriore proroga del contratto alle medesime condizioni in assenza di un riequilibrio economico dello stesso che determinerebbe anche per l’esercizio in corso un impatto negativo rilevante sulla sostenibilità economico-finanziaria”.
Il virgolettato
dell’ultimo bilancio Atac, chiusosi con perdita di 50,8 €mln nel 2022, evidenzia
come già da tempo l’azienda stia chiedendo di riconoscere un corrispettivo congruo
e aggiornato all’andamento dell’inflazione e dei costi dei carburanti e dell’energia.
L’auspicio è che questo sia l’ultimo di una lunga serie di
rinvii, divenuti ormai consuetudine dell’Amministrazione Capitolina.
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