Da più di una settimana le diverse testate giornalistiche locali
hanno ripreso a parlare delle future metropolitane di Roma.
Alla base di tutto c’è stato, sostanzialmente, l’articolo
pubblicato il 30 dicembre scorso da Il Post: “D, E, F, G, H, L e M”. È seguito,
a stretto giro, il riepilogo della testata Trasporti&Mobilità gestita dall’agenzia
Roma Servizi per la Mobilità: “Nuove linee del metrò, tra gli obiettivi del
Campidoglio c'è anche la linea D” in cui si sono tracciate le principali
caratteristiche della futuribile quarta linea gialla e dei prolungamenti della
linea B oltre il GRA.
Da lì è partita una tendenza che ha spinto i giornali a
parlare sempre più frequentemente dei futuri prolungamenti delle metropolitane
di Roma. Ed è proprio sull’onda dell’ottimismo crescente che il Comitato di Quartiere Settecamini ha promosso una nuova petizione per chiedere il prolungamento della linea B oltre Rebibbia e secondo quanto previsto nel Piano
Regolatore Generale di Roma del 1968 (qui trovate la lista dei luoghi dove sottoscrivere la petizione, arrivata a 1.000 adesioni).
Ma al di là di questa voglia di tornare a parlare,
finalmente, di metropolitane a Roma, la reale situazione è ingarbugliata e difficile
da risolvere.
A continuare a mancare è, infatti, una solida stazione
appaltante che possa occuparsi sia della progettazione, sia della gestione
degli appalti per conto del Comune. Tale struttura era una volta rappresentata da
Roma Metropolitane, società in liquidazione, che Roma Capitale fa ancora fatica
a capire cosa farne: se da una parte con DAC
62/2023 è stato cambiato lo statuto dell’agenzia Roma Servizi per la
Mobilità, predisponendone la fusione per incorporazione con Roma Metropolitane,
dall’altra parte il DL 104/2023
(convertito in L
136/2023) ha dato i pieni poteri alla Commissaria della metro C di disporre
di Roma Metropolitane per gli altri prolungamenti della metro.
Il perdurare della crisi aziendale si è tradotta con l’impossibilità
di utilizzare i fondi disponibili per la progettazione della metro A a Monte
Mario (5,6 €mln stanziati con DGCa
249/2021), che sono stati artificialmente prorogati grazie ad un accordo col Ministero dei Trasporti, e anche con il blocco della funivia EUR – Villa Bonelli
per la quale sarà necessario affidarsi a un project financing.
Sembra perciò che le ottime intenzioni del Campidoglio sulla mobilità a Roma, sebbene sincere, si scontrino con una realtà dei fatti che non si sa come gestire: sta di fatto che fintantoché la struttura capitolina per progettare le infrastrutture non tonerà ad essere operativa, sia essa Roma Metropolitane o la nuova Roma Servizi e Infrastrutture per la Mobilità, parlare concretamente di nuove metropolitane nell’Urbe sarà un mero esercizio di giornalismo.
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