Per la prima volta dal 2017 nella finanziaria non sono stati
assegnati finanziamenti al fondo per il Trasporto Rapido di Massa, congelando lo
sviluppo delle infrastrutture di mobilità pubblica nelle città. Le dotazioni
sono state spostate tutte sul Ponte sullo Stretto.
Le nuove metropolitane, tramvie e le infrastrutture per il Trasporto
Rapido di Massa (TRM) dovranno, almeno per un anno, aspettare. Con un colpo di
spugna la Legge di Bilancio 2024 ha cancellato, per la prima volta dal 2017, i
finanziamenti alle infrastrutture previste dai Piani Urbani per la Mobilità
Sostenibile delle città italiane.
Mentre il Ministro dei Trasporti trascina il dibattito pubblico in un teatro dell'assurdo che ha come unico obiettivo quello di demonizzare le riduzioni della velocità del traffico in città (anzi, la nota pubblicata dal MIT auspica un ripensamento dei 50 km/h con apertura a 70 km/h nei viali e nelle arterie di scorrimento) i riflettori restano spenti su quella che dovrebbe essere invece la questione principe di cui discutere: la legge finanziaria 2024 non stanzia nemmeno un euro per la progettazione e la realizzazione di interventi di infrastrutture per la mobilità e la ciclabilità.
Sottolinea Cityrailways, autorevole sito web specializzato
nel settore.
Neanche un euro per la progettazione, per le infrastrutture,
per la ciclabilità e la mobilità dolce. Ridotto di 35 €mln il Fondo per le
Infrastrutture ad Alto Rendimento (FIAR, progetti mai veramente definiti dal
MIT), mentre sono stati allocati appena 29,3 €mln per la sicurezza stradale in
tutto il Paese.
Si consideri che per il Ponte di Messina (unica infrastruttura di mobilità non autostradale nominata dalla finanziaria) a fronte di un quadro economico di 11,7 miliardi sono stanziati 780,1 milioni per il 2024, 1,035 miliardi per il 2025 e 1,3 miliardi per il 2026. Tale dotazione causalmente sembra coincidere con la dotazione precedentemente programmata per il finanziamento annuale del Fondo nazionale per interventi di Trasporto Rapido di Massa.
Incalza Cityrailways che prosegue:
Una situazione drammatica se si considera che le opere in cantiere - sia relative a metropolitane, tram, filovie e BRT che ferroviarie (si pensi alla ventilata AV che dovrebbe innestarsi sul ponte - sono sottofinanziate.
Insomma, nonostante non sia stato apertamente detto, di
fatto il finanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina ha divorato lo
sviluppo del trasporto pubblico nelle città italiane sia per quest’anno, sia per
i prossimi 3 anni a meno di ripensamenti del ministro Salvini.
Uno sconvolgimento che investe in pieno anche il PUMS della
Capitale, tra la chiusura dell’anello ferroviario andata in fumo e le 7 nuove
tramvie per le quali l’assessore Patané aveva annunciato, qualche giorno fa, di
voler richiedere finanziamento mediante l’avviso pubblico n.3 del MIT.
In assenza di finanziamenti l’avviso del MIT servirà esclusivamente
a stilare una graduatoria di progetti da finanziare, se e quando arriveranno
dei fondi. Speriamo, dunque, che il ministro Salvini riveda le priorità in materia dei trasporti, ribilanciando la distribuzione delle risorse.
Il Governo ha tante volte ribadito che le opere escluse dal PNRR sarebbero state comunque finanziate: sì ma con quali soldi?
Conclude Cityrailways.
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