A distanza di 6 anni dalla pubblicazione della gara, il raddoppio Riano-Morlupo della Roma-Viterbo è ancora un miraggio. Nonostante la project review completata quest’anno non ci sono certezze sul potenziamento della ferrovia Roma-Nord né sull’effettiva utilità del raddoppio.
“Il treno dei desideri”: in queste poche parole della famosa canzone di Adriano Celentano si potrebbe riassumere il servizio – praticamente inesistente – della ferrovia Roma-Viterbo, che ormai da un anno a questa parte è passata alla gestione Cotral/Astral.
E se da una parte sulla linea “cugina” Roma-Lido è partito
un corposo piano di manutenzioni e upgrade infrastrutturali, sulla linea per la
Tuscia le certezze sul futuro sono ben poche.
Al netto dell’acquisto di 18 nuovi treni, di cui 12 per il servizio urbano e 6 per l’extraurbano, il grande investimento riguarderebbe il potenziamento in tre lotti della tratta Riano-Morlupo, così ripartito:
- Lotto 1: raddoppio di 3,6 chilometri per un valore di 58 €mln, la cui verifica di progetto è stata eseguita nel 2021;
- Lotto 2: completamento del raddoppio per una lunghezza di 2,3 chilometri ed un valore di 45,7 €mln, la cui verifica di progetto è stata affidata nel marzo di quest’anno.
Di questo progetto avevamo mosso alcune osservazioni già alla fine del 2017, ritenendo che il
raddoppio penalizzasse eccessivamente i cittadini di Morlupo, che si sarebbero
trovati la stazione al di fuori del centro abitato (eliminando, di fatto, uno
dei punti di forza del servizio attuale). A progetto invariato c’è dunque il
rischio concreto che il raddoppio possa generare un calo dell’attrattività
della ferrovia, con una diminuzione dei passeggeri ed un aumento ulteriore del
traffico stradale, soprattutto lungo la via Flaminia.
Un altro tema ignorato dai governatori regionali negli anni
è che il raddoppio di 5 km su una tratta a binario singolo di 89 km non
comporterebbe una contrazione sostanziale dei tempi di percorrenza.
A tal proposito una possibile soluzione – sicuramente meno
onerosa – potrebbe essere la realizzazione del raddoppio della tratta
Montebello-Sacrofano con l’obiettivo di spostare il capolinea delle corse
urbane più a nord, come già proposto qualche anno fa nel programma #MoveteRoma. In corrispondenza della stazione di Sacrofano, che andrà anche
profondamente ristrutturata, si potrebbe realizzare un grande parcheggio di
scambio gomma-ferro, oltre all’attestamento delle corse dei bus extraurbani
Cotral della Tuscia che percorrono la via Flaminia.
Verrebbe parallelamente implementata la dotazione
tecnologica della tratta extraurbana, fino a Viterbo, che permetterebbe di
innalzare i livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria della linea. Un
sistema che potrebbe facilmente essere implementato è il Blocco Conta Assi (BCA),
cioè una tecnologia di distanziamento elettrico in cui la libertà di un tratto
di linea ferroviaria (cd sezione di blocco) viene determinata automaticamente
contando gli assi dei rotabili in ingresso e in uscita.
Così facendo un semplice ammodernamento tecnologico
consentirebbe di incrementare la capacità della linea, superando le
prescrizioni che dal 2016 (a seguito dell’incidente sulla linea Andria-Corato) impediscono
di effettuare gli incroci tra treni con l’attuale sistema di segnalamento.
Per risolvere l’annoso problema dei passaggi a livello, nei
casi in cui non risulti possibile la soppressione, l'accorpamento o la
costruzione di sottopassi e sovrappassi (anche solo pedonali) occorrerà dotare
questi di barriere complete. Risulta infine necessaria l’implementazione della
tecnologia PAI-PL, vale a dire il sistema di verifica automatica della presenza
di ostacoli all'interno del passaggio a livello stesso, già in uso sulla rete
RFI.
La ferrovia ex-concessa Roma-Viterbo vede ormai da troppi
anni i suoi pendolari vittime di continui e ripetuti disservizi, causati anche
dalle condizioni del materiale rotabile e dell’infrastruttura. I tanti fondi a
disposizione potranno migliorare il servizio solo se ben spesi: ed è ciò che
auspichiamo venga fatto.
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