Erano nate come linee speciali, in periodo di emergenza pandemica. Per consentire di avere un trasporto pubblico più efficiente, visto l’obbligo di distanziamento. Ma anche per far lavorare le ditte di NCC proprietarie dei pullman gran turismo. Che giacevano tristemente vuoto nelle rimesse.
Per assenza di turisti, e dunque di prenotazioni. Un circuito potenzialmente virtuoso insomma. Anche se gli utenti sono stati meno del previsto, forse per carenza di informazione.
O perché la gente non aveva ben capito, c(e si poteva salire su un confortevole pullman. E fare lo stesso tragitto dell’autobus dell’Atac.
Ora però, con la fine della legge emergenziale, dal 1 luglio tutto doveva tornare come prima.
Con le linee in questione, esercitate nuovamente in prima persona dall’azienda capitolina dei trasporti. Invece, non e’stato così. Perché il Campidoglio ha deciso di andare avanti con l’esperimento, per 18 linee.
Che rimarranno appaltate all’esterno, e gestite con autobus privati. Un quantitativo che si va ad aggiungere a quanto già esternalizzato e gestito dal consorzio Roma TPL. Insomma, i sindacati vedono il rischio di uno ‘spezzatino’.
Con possibili conseguenze negative sui lavoratori, a cominciare dalle garanzie fondamentali relative agli orari di lavoro, sicurezza e stipendi. E si accende lo scontro.
Le spiegazioni di Atac e le proteste del sindacato
Il servizio, spiega Atac, “viene effettuato – per conto di Atac – con bus di altri operatori. Percorsi, fermate e orari restano invariati. A bordo dei bus – identificabili con il logo Atac collocato a bordo e sul fronte del bus – restano validi i titoli di viaggio del sistema Metrebus Roma.
Restano uguali anche i canali informativi della piattaforma InfoAtac per richiedere informazioni ed effettuare segnalazioni”. Le linee servono soprattutto le periferie, in particolare quelle sud est della Capitale.
Queste 18 linee vanno ad aggiungersi alle 100 già gestite da Roma Tpl.
La scelta di Atac ha mandato su tutte le furie il sindacato Usb. “Le linee di ATAC che sono state affidate temporaneamente alle aziende private, per il periodo della pandemia, dovevano rientrare sotto la gestione pubblica dal 01 luglio 2022 ma sembrano siano scattati interessi diversi per i quali, ancora oggi, vediamo confermare l’esternalizzazione di alcune linee”, attacca il sindacato.
“Un fatto che condanniamo fermamente, tornando a ribadire la necessità che si implementi la flotta dei bus e del personale di guida della società capitolina evidenziando l’assurda situazione vissuta dai lavoratori.
Che per la mancanza di personale, non hanno la possibilità di usufruire delle ferie maturate, previste come obbligatorie dalle normative vigenti, al fine di garantire un servizio sempre più complesso”.
“Questa gestione superficiale ed approssimativa”, continua il sindacato, “è utile solo a indebolire il servizio pubblico.
E mira, in modo palese, a legittimare la scelta di consegnare su un piatto d’argento il servizio nella mani delle aziende private”.
Da 7Colli
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