Movète Roma Pillola, numero 15, il PEST

Movète Roma Pillola, numero 15, il PEST


Contestualmente all’espansione delle nuove linee è necessario che anche la rete tramviaria esistente cominci a funzionare a dovere, in maniera tale che l’infrastruttura venga omogeneizzata ad uno standard di servizio più elevato





Per questa ragione Movéte Roma contiene il PEST, ovvero il Piano di Efficientamento del Sistema Tramviario. Oggi la rete romana è organizzata su tre direttrici: la Prenestina, con le linee 5-14 di collegamento da Centocelle alla stazione Termini, l’asse San Lorenzo/Regina Margherita/Prati, percorso sostanzialmente dal 3 e dal 19 e la direttrice monumentale che passa per viale Aventino, la Piramide, Porta Portese e circonvallazione Gianicolense, col 3 e la linea 8. Tutto confluisce sul solo nodo di Porta Maggiore, che ospita anche l’unico deposito della rete.

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A completare questo schema c’è la linea 2 che collega il Flaminio con la metro A e la prosecuzione dell’8 a piazza Venezia, che rappresenta l’unica penetrazione nel Centro Storico oltre le Mura Aureliane.

Il PEST secondo Movéte Roma è organizzato in base a tre azioni fondamentali:

Numero 1. Coordinamento semaforico e istituzione della Centrale Operativa del Tram. Attualmente i pochi semafori asserviti ai tram non sono coordinati tra loro per garantire il rispetto del distanziamento temporale. Mettendo a sistema i semafori e accorpando opportunamente le fermate troppo vicine, sarà possibile gestire il traffico tramviario in maniera più flessibile. Questa tecnica è largamente utilizzata sulle moderne linee T1 e T2 di Firenze: attraverso la regolazione del verde dei semafori è possibile gestire e ripristinare la corretta frequenza dei tram, facendoli avvicinare in caso di forte affluenza alle fermate;

Numero 2. Protezione con cordolo o marciatram. Affinchè il tram viaggi veloce è necessario che sia isolato quanto più possibile dal traffico privato. La protezione con una sola striscia dipinta o con le borchie sormontabili non è assolutamente efficace, è necessario che le macchine non possano accedere fisicamente alle sedi tramviarie. Le telecamere infatti non riescono a conteggiare le invasioni laterali e, soprattutto, puniscono le infrazioni dopo che sono state commesse. Se vogliamo velocizzare il tram questo problema va combattuto a monte.

Numero 3. Allungamento delle banchine, che è urgente soprattutto su via Prenestina per consentire ai tram più lunghi di sostare in due. Inoltre, ragionando su una organizzazione dell’offerta più efficace, l’aumento della lunghezza delle banchine consentirebbe la messa in servizio di tram accoppiati, come avviene in molti paesi del nord. Durante l’ora di punta i tram avrebbero così il doppio della capienza e poi, con una semplice operazione di sgancio a capolinea, le vetture potrebbero continuare a circolare in composizione singola.

Al di là delle tecniche, è necessario che il tram esistente torni ad essere veloce e competitivo: candidati sindaci, movéte Roma!




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