Sicuramente l’opera più discussa di questa consiliatura, nonchè fiore all’occhiello della Raggi durante la campagna elettorale del 2016, è stata certamente la funivia Battistini-Casalotti
C’è da dire che già nel 2008, di contro alla rinuncia di proseguire la metropolitana fino a Casal Selce, si era discussa l’idea di un minimetrò a fune tra Boccea e le zone extra-GRA che poi i comitati di quartieri locali hanno riformulato come funivia.
In tempi recenti l’idea è stata ripresa e portata avanti al punto tale da ottenere nel 2020 i finanziamenti dal Governo.
Tipicamente come ingegnere sono abituato a ragionare tenendo conto del contesto: se ci sono dei soldi sul tavolo non ha senso rinunciarci, bisogna invece saper scendere a compromessi e ottenere il meglio dalle situazioni. Come Odissea Quotidiana lo abbiamo fatto ad esempio per la metro G Termini-Tor Vergata, accettando l’imposizione dello scartamento ordinario, oppure per i filobus dell’EUR quando abbiamo suggerito di usarli sul 90 express.
La funivia Battistini-Casalotti è l’unica eccezione di questa regola: non se ne salva nulla.
Parliamo di un’opera che, lavorando in una configurazione standing alone, non è in grado di realizzare l’economia di scala di un sistema di trasporto a impianti fissi: delle carte progettuali si evince che la capacità e la velocità dell’infrastruttura non sono superiori ad una linea bus ordinaria.
Evitando di dilungarci ulteriormente, vi lascio qualche link per approfondire l’argomento:
Con Movete Roma il prossimo sindaco dovrà necessariamente ripristinare il prolungamento originario della metro A, con le stazioni Bembo, Torrevecchia e allungando ulteriormente il percorso al terminale di Boccea dove è urgente realizzare il nodo di interscambio con l’uscita del GRA.
C’è poco da fare: i numeri del traffico ci dicono che le metropolitane devono attestarsi almeno al limite della cintura urbana.
Candidati, movete Roma!
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