In bici sui mezzi Atac: ecco tutte le regole (e le limitazioni)

In bici sui mezzi Atac: ecco tutte le regole


Nel regolamento di polizia urbana in discussione in Campidoglio si parla anche delle due ruote su autobus e metro. Ecco dove e quando è consentito portarle a bordo



È ancora in discussione presso le commissioni il regolamento di polizia urbana di Roma Capitale. Fra gli articoli più dibattuti c’è il numero sei che tra le altre cose riguarda il trasporto di biciclette a bordo dei mezzi pubblici.

Il Comune, con una nota diramata nella giornata di sabato, ha sottolineato come proprio in questo articolo si stabilisca che è vietato «portare al seguito oggetti che per natura, forma o volume possano risultare molesti o pericolosi per sé o per gli altri», precisando che «è fatta sempre salva l’accessibilità dei passeggini per i bambini, dei mezzi per le persone con disabilità e ove, consentito dal gestore del trasporto, dei velocipedi».

Quindi la conferma di quanto accade tutto oggi con l’Atac che gestisce e stabilisce nei dettagli il trasporto delle biciclette su autobus, tram e metropolitane.

Le pieghevoli e le normali

In particolare il regolamento dell’azienda fa distinzione fra bici pieghevoli e non. Per gli abbonati Metrebus il trasporto della bici è gratuito. Tutti gli altri, oltre al proprio titolo di viaggio, devono acquistare un biglietto a parte per la bicicletta che è gratis solo se pieghevole con dimensioni, da chiusa, non superiori a cm 110 x 80 x 40.

Così possono salire su Metro A, B/B1, C, Roma-Lido e sulla rete di superficie ogni giorno della settimana senza vincoli di orario. Diverso il discorso per le bici non pieghevoli che sono ammesse in base alla linea, alla tipologia del mezzo e alla fascia oraria. Per 83, 118, 412, 673, 715, 772, 791, 911 giorni feriali fino alle 7, dalle 10 alle 12 e dalle 20 a fine servizio, giorni festivi e nel mese di agosto per l´intero orario di servizio. Come per le linee 120F e 180F.

In metro a orario

Sui tram ci vanno solo le pieghevoli e solo sui Jumbo tram con la scritta Bike friendly con numero di serie 9100 e 9200. E ancora, ecco le linee guide dell’Atac: «Linee tram 2, 3 e 8: giorni feriali: da inizio servizio fino alle 7, dalle 10 alle 12 e dalle 20 a fine servizio, giorni festivi e nel mese di agosto: linee accessibili alle bici per l´intero orario di servizio. Come le linee tram 5, 14 e 19 (saltuariamente servite dai tram serie 9100 e 9200)».

Queste le regole invece sulla metropolitana dove possono salire anche bici normali: «Metro A, B/B1 giorni feriali: linea accessibile alle bici da inizio servizio fino alle ore 7, dalle ore 10 alle 12 e dalle 20 a fine servizio sabato, festivi e nel mese di agosto: linee accessibili alle bici per l´intero orario di servizio Metro C giorni feriali: linea accessibile alle bici da inizio servizio fino alle ore 7, dalle ore 10 alle 12 e dalle 20 a fine servizio sabato, festivi e nel mese di agosto: linee accessibili alle bici per l´intero orario di servizio Ferrovia Roma-lido (Direzione Ostia) giorni feriali: linea accessibile alle bici da inizio servizio alle ore 12.30 e dalle 20 a fine servizio sabato, festivi e nel mese di agosto: linea accessibile alle bici per l´intero orario di servizio Ferrovia Roma-lido (Direzione Porta San Paolo) giorni feriali: linea accessibile alle bici da inizio servizio alle ore 7, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 a fine servizio sabato, festivi e nel mese di agosto: linea accessibile alle bici per l´intero orario di servizio».

«Trasporto a responsabilità del proprietario»

Dall’Atac inoltre spiegano che «il trasporto delle biciclette sulla rete Atac, ove consentito, è a completa cura del passeggero che la conduce a bordo.

Chi viaggia con una bicicletta al seguito è personalmente ed esclusivamente responsabile dei danni che può provocare a se stesso, a cose, a persone e al servizio, sollevando Atac da qualsivoglia danno.

Pertanto, il passeggero deve prestare la massima attenzione durante le operazioni di salita e discesa dai mezzi, durante il viaggio, nel prendere posizione negli spazi destinati alla bici, mantenendo costantemente sotto controllo le eventuali parti sporgenti.

I passeggeri con bicicletta al seguito devono inoltre, attenersi ad eventuali ulteriori istruzioni impartite dal personale Atac, direttamente o a mezzo di diffusione sonora. L´accesso è ammissibile solamente qualora le condizioni locali, in termini di affollamento della vettura e delle stazioni, lo consentano in maniera agevole. In caso di affollamento, anche nei periodi ed orari consentiti, il personale Atac può negare temporaneamente l´accesso dei viaggiatori con bicicletta al seguito».

Da Corriere della Sera


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9 Commenti

Anonimo ha detto…
Mi fanno ridere questi. Regole? E chi le fa rispettare? L'autista che puntualmente se ne infischia di quello che accade sul mezzo da lui condotto? O i verificatori, che su certe linee non si vedono mai? Ma se vedo continuamente, sugli autobus, genta con cani di grossa taglia, senza che il conducente dica mai loro nulla (lo fa uno su dieci...), e parliamo di regole?! Piuttosto, perchè i vigili urbani non accompagnano i verificatori a bordo dei bus, come si fa in alcune altre città italiane (Verona, Torino, ecc.)? Qui non servono nuove regole; serve far rispettare quelle già esistenti.
Fabio ha detto…
Caro utente del trasporto pubblico che come al solito punti il dito verso il conducente,ti ricordo che il compito dell'autista è principalmente quello di guidare tra il folle traffico di Roma.Sicuramente non quello di prendersi i soliti insulti gratuiti (come il biglietto ) e neppure quello di far rispettare certe regole a bordo.Per questo vale il buon senso del passeggero...che non ha, d'altronde siamo a Roma e qui si è abituati a fare qualsiasi cosa semplicemente perché non si è puniti come si dovrebbe. Se l'autista vorrebbe discutere lo farebbe tutti i giorni ( pensa che vita sarebbe la sua ).
Anonimo ha detto…
Caro Fabio, ti ricordo che l'autista è un incaricato di pubblico servizio (art. 358 C.P.), ed è a tutti gli effetti responsabile della guida del suo veicolo, nonchè di far rispettare talune norme di comportamento. Inoltre, quelli che hanno ricevuto la qualifica di Polizia Amministativa sono pure Pubblici Ufficiali (art. 357 C.P.), quindi a maggior ragione non possono e non debbono infischiarsene di ciò che accade sul loro veicolo, altrimenti cambiassero mestiere. Io avevo uno zio autista che se qualcosa non andava interveniva subito, perchè così si deve fare. Quindi lungi da me sparare sugli autisti, ma resta il fatto che taluni di questti tengono comportamenti poco professionali qui a Roma, come pure il parlare al telefono o chiaccierare con i colleghi. Se qualcuno a bordo ella vettura, a causa di un viaggiatore che tiene comportamenti non ortodossi, si fa male, la responsabilità potrebbe essere proprio del conducente. Quindi non tocchiamo questo tasto.
Anonimo ha detto…
Consiglierei anche di leggere qui:

https://autistiprofessionisti.com/blog/8-i-comportamenti-di-un-buon-autista-di-autobus
Anonimo ha detto…
Il buon conducente di autobus in servizio pubblico di linea deve:
1) Indossare la prescritta divisa, se prevista, e tenerla in ordine e completa, per quanto da lui dipenda;
2) Guidare correttamente, tenendo un comportamento professionale, evitando di litigare con altri utenti della strada anche se scorretti e dosando opportunamente sterzate e frenate, per quanto possibile;
3) Parlare al telefono solo con l'auricolare e solo per brevi periodi, preferibilmente solo per chiamate di servizio;
4) Parlare con eventuali colleghi presenti a bordo il meno possibile;
5) Usare modi cortesi con i viaggiatori e parlarci il meno possibile, e solamente per rispondere a domande sul servizio, informazioni o cause importanti (malori, aggressioni, ecc.);
6) Evitare di entrare in aperto contrasto con i viaggiatori in caso di reclami o proteste; spiegare loro con calma e cortesia, eventualmente, a chi rivolgersi per inoltrare eventuali reclami o suggerimenti;
7) Preoccuparsi di quello che succede a bordo del veicolo che si conduce ed eventualmente intervenire, nei giusti ed opportuni limiti e modi, in caso di comportamenti scorretti dei viaggiatori, malori degli stessi od altro, eventualmente chiamando subito la centrale operativa, se esistente, per informare quello che succede e, in casi gravi, le Forze dell'Ordine;
8) Preoccuparsi della sicurezza ed incolumità propria e dei viaggiatori che si stanno trasportando, nonchè del proprio veicolo (estensione del punto precedente);
9) Astenersi dall'usare lo smartphone durante la marcia del veicolo;
10) Astenersi dal parlare in modo volgare, con chiunque ed in qualsiasi occasione, evitando assolutamente parolacce, turpiloqui, ecc.
Chi non si comporta in questi modi, NON è un buon conducente di professione.
Anonimo ha detto…
Anche se sto forse sforando un po' nell'off-topic, ribadisco quello che ho già scritto in un'altra parte di questo stesso sito: non è una questione di "sparare" (simbolicamente, è chiaro) su tutti gli autisti per partito preso (ho pure avuto alcuni parenti ed amici conducenti, quindi lungi da me farlo a priori), tuttavia vanno anche fatte alcune considerazioni. Fermo restando che trattasi di un lavoro stressante, noto alcuni conducenti di oggi (ho detto alcuni, non tutti, sia chiaro questo) non comportarsi esattamente con professionalità. Guidano male, chiacchierano al telefono o con i colleghi talvolta distraendosi, si disinteressano di ciò che accade sul loro autobus: non va bene. In altre aziende di trasporto nazionali non vedo situazioni del genere, o le vedo in misura molto minore, da parte di chi svolge questo lavoro. Inoltre, uma volta (anni sessanta e settanta) c'era più professionalità nel condurre gli autobus (questo me lo raccontano anche autisti anziani in pensione), nonostante poi i veicoli fossero molto più difficili (e stressanti) da condurre rispetto a quelli di oggi. Un moderno IVECO Urbanway, ad esempio (ma anche un meno recente IVECO CityClass Cursor) lo si guida con notevole facilità; nulla a che vedere con gli autobus anni sessanta e settanta, come i Lancia 703, gli Alfa Romeo AU 1000, i FIAT 410 e 421: tutti mezzi affascinanti per un appassionato, ma rumorosi e scomodi oltre ogni limite (e complessi da condurre) per chi li doveva guidare, tanto è vero che, in quegli anni, non c'erano donne autiste, le quali sono comparse solo quando la tecnica di guida degli autobus si è semplificata al massimo con l'introduzione degli automatismi come il servosterzo nonchè frizione e cambio completamente automatici. Eppure mi ricordo che, a quei tempi, il personale lavorava con maggiore dedizione ed attaccamento al lavoro rispetto ad oggi. Può darsi pure che sia una situazione di "demotivazione" che affligge una parte dei conducenti di oggi, ma questo solo in parte giustifica lavorare male, perchè comunque non si sputa mai sopra un posto di lavoro, specialmente oggi.
Tra l'altro, in chiusura di discorso, vorrei qui ricordare che è chi guida male che finisce anche, all'atto pratico, col mettere in cattiva luce chi, invece, lavora bene (e ce ne sono di bravi guidatori, non ho certamente detto il contrario). Ricordiamoci anche questo.
Anonimo ha detto…
Comunque, tornando in argomento, il discorso del portare la bicicletta sui mezzi pubblici è certamente una cosa positiva (io stesso possiedo più di una bici), ma si può fare se si ha un trasporto pubblico efficiente. Ma qui a Roma, nelle condizioni in cui stiamo, non si riescono a trasportare decentemente nemmeno le persone, figuriamoci se c'è posto per le biciclette.
Andrea ha detto…
Anonimo del 6/2 quanto hai ragione...
Anonimo ha detto…
Ad Andrea: grazie, grazie!