Tra pochi mesi, salvo sorprese dell’ultima ora, ci sarà l’attesa apertura delle buste per la gara delle linee periferiche “ATAC” indetta in tutto e per tutto dalla giunta “5S” al governo della città.
Sul piatto, a quanto si legge sui giornali, 987.953.580€ e 30 milioni di chilometri affidati per otto anni.
Prima di questo ci sta l’affidamento da parte delle giunte precedenti di tali servizi a soggetti diversi, a partire dall'esperienza giubilare delle “Linee J” per passare poi attraverso “IL BUS FA IL BIS” e poi i vari e successivi affidamenti a “TevereTPL” prima e a “RomaTPL” poi.
Della composizione societaria dei vari raggruppamenti che nel corso degli anni hanno via via vinto le varie gare non parlo, non per reticenza o altro, basta una rapida ricerca sul web e trovate tutto.
Delle vicissitudini che negli ultimi anni i lavoratori e le lavoratrici hanno passato penso che più o meno si sappia:
stipendi erogati in drammatico ritardo, versamenti contributivi e ai fondi pensione/finanziarie non effettuati o comunque effettuati anch'essi in maniera quantomeno disinvolta (che non pochi problemi hanno causato ai dipendenti stessi), linee affidate a soggetti che definire imprenditori è quantomeno un eufemismo.
A chi adesso leggendo se ne esce con la frasetta magica “eh ma voi però che avete fatto” ricordo i giorni e giorni di blocco totale dei depositi con picchettaggi H24, “incontri/scontri” in Campidoglio/Prefettura/Assessorato con i vari Sindaci, Prefetti, Commissari Prefettizi, Assessori e via discorrendo.
Momenti anche importanti di solidarietà e unitarietà, ovviamente mossi dalla pancia dei lavoratori/lavoratrici, dal bisogno primario del sostentamento/sopravvivenza, a cui però va detto con rammarico, non è stato possibile dare un seguito continuativo. Le ragioni ovviamente tante e diverse ma questo è ed è inutile nasconderlo.
Mi preme però adesso piuttosto parlare del prossimo futuro, e che non riguarda o non dovrebbe riguardare solo chi prende l’autobus, ma riguarda tutti e tutte, soprattutto coloro cui sta a cuore il cosiddetto “bene comune”.
É una piccola analisi di come a Roma ma non solo, vengono disattese le istanze dei lavoratori e degli utenti.
Dunque l’ ”amministrazione dei cittadini” ha pensato bene di spacchettare la gara in due bacini separati, due lotti di linee da affidare tassativamente a due soggetti diversi.
In realtà questa decisione denota ancora un a volta, casomai ce ne fosse bisogno, quanta poca attenzione venga messa da questa giunta alle istanze sociali di cui a parole i 5S sono portatori ma che poi nei fatti, anche e soprattutto a livello nazionale, disattendono appena possono.
Dunque quantomeno dove fino ad adesso c’era almeno formalmente un solo soggetto privato (tralascio qui la storia dei vari subappalti) adesso ce ne sono sicuramente due, che probabilmente per rientrare degli investimenti che saranno obbligati a sostenere (flotta, impianti fissi, etc) dovranno tagliare il tagliabile, dunque in prima istanza il “costo del lavoro” al netto dei paletti del CCNL Autoferrotranvieri vigente.
Fermo restando il tassativo mantenimento degli attuali livelli retributivi e contrattuali si può pensare ad un aumento dei carichi lavorativi o quantomeno un peggioramento degli stessi (costruzione dei “turni uomo” etc).
Tutto ciò non può che essere peggiorato dalla divisione che viene fatta (in maniera totalmente arbitraria) della “forza lavoro” che si vedrà per forza di cose a dover trattare con due soggetti differenti, soggetti su cui probabilmente l’attuale giunta (di questa parlo perché questa c’è) potrà esercitare una funzione di controllo quantomeno difficoltosa stante quanto abbiamo visto in questi ultimi mesi (ovviamente sarei felice di essere smentito dai fatti...).
Ricordo ai più che nel corso degli e dei vari appalti uno dei punti fermi dei lavoratori e delle lavoratrici è sempre stato l’unitarietà del trattamento economico contrattuale dei dipendenti e quantomeno il raggruppamento di tutti e tutte sotto una unica azienda proprio perché i lavoratori lasciati al loro destino in realtà piccole o a volte microscopiche avevano una forza contrattuale quasi nulla.
In sintesi, la parola d’ordine nostra è sempre stata quella che se non si poteva riportare il tutto sotto la gestione pubblica, quantomeno volevamo avere a che fare solo con un soggetto, appunto perché come è sempre stato stato solo con l’unitarietà dei lavoratori si è tutelati maggiormente e si riesce ad avere un a forza contrattuale adeguata.
Sarebbe dunque interessante sapere come e perché costoro che dovrebbero portare avanti le istanze dei cittadini abbiano fatto questa scelta indolore sicuramente per loro, ma non indolore per chi in questo contesto ci lavora.
Non si tratta di voler fare a tutti i costi gli uccelli del malaugurio sperando che vada tutto zampe all'aria, si tratta solo di invitarvi a guardare con un occhio critico/attento a questa situazione, su cui giocoforza hanno messo gli occhi i più grossi gruppi imprenditoriali italiani e non solo, appunto perché è un appalto più che appetibile e che la sua attuazione per forza di cose potrebbe non essere indolore soprattutto per quelle fasce sociali che per vari motivi non possono rinunciare al servizio di trasporto pubblico e che magari si trovano dislocati in aree periferiche già di per se disagiate e che con una gestione virtuosa del TPL potrebbero solo che rimetterci.
Buona strada a tutti
Di Working@RomaTPL
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