Rapine nelle stazioni, corse soppresse e disagi anche tra i lavoratori. Il 2018 si è confermato un anno molto difficile per la Roma-Lido, la ferrovia ex-concessa che collega Porta San Paolo con la fermata Colombo di Ostia
Ancora una volta peggiore ferrovia italiana secondo il rapporto Pendolaria, la Roma-Lido presenta problematiche di ogni genere, dalla sicurezza all’efficienza.
Un SOS sicurezza che la accomuna con la Roma-Viterbo, un’altra linea in cui spesso si registrano furti e atti vandalici. Soprattutto nei parcheggi delle stazioni.
E se le corse soppresse e i treni rimodulati non fanno più notizie, sorprende la nota della sigla sindacale Or.Sa TPL che ha esortato Atac a riorganizzare la pulizia delle cabine guida dei treni della Roma-Lido. Motivo? I lavoratori avrebbero segnalato l’impraticabilità delle cabine di guida a causa del fortissimo odore dei detergenti chimici.
Ma per le tre ferrovie gestite da Atac ma di proprietà regionale – Roma-Lido, Roma-Viterbo e Roma-Giardinetti – questo 2019 potrebbe essere l’anno della svolta.
Prima di Natale, i comitati dei pendolari delle tre ferrovie hanno incontrato un delegato dell’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri. Tra le novità più interessanti, la conferma che, entro maggio, Roma-Lido e Roma-Viterbo dovrebbero andare ad assegnazione competitiva.
Cosa accadrà da qui a maggio?
“La Regione vuole sbarazzarsi delle ferrovie concesse, è questa è più di una semplice intuizione – confida a Radiocolonna David Nicodemi – ma per completare il puzzle occorre aspettare in primis gli esiti del concordato.
Solo a quel punto capiremo se l’Azienda Capitolina avrà la forza sufficiente per partecipare al bando e regionale e a che punto si trova la storia della RATP e la cessione della Giardinetti al Comune.
A oggi il quadro è ancora offuscato, una cosa appare evidente: gli esercizi ferroviari sono alla canna del gas e necessitano di interventi strutturati e urgenti.”
Da Radio Colonna
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1 Commenti
1) La ferrovia Roma-Lido potrebbe in effetti essere passata a Roma Capitale, essendo tutta nel territorio di quest'ultima, ma va giuridicamente trasformata in metropolitana. Per far questo, premesso che i treni in servizio sulla linea sono proprio per metropolitane, essendo ex linea A e linea B, occorrerebbe però modificare principalmente sagoma e segnalamento. La prima va ridotta, eseguendo lo stesso lavoro fatto a suo tempo per la metro B, tratta Termini-Laurentina, rendendola uguale a quella, appunto della metro B e della A, ciò che però precluderebbe in via definitiva il transito di veicoli a sagoma ferroviaria, come ad esempio i carri-piattine FS per trasporto rotaie. Il segnalamento, poi, andrebbe reso analogo a quella della linea B, con Train Control e segnali a luci di colore indicanti anche la velocità massima da percorrere sul tratto interessato, eliminando il segnalamento attuale, che in pratica è simile a quello di RFI ma semplificato. Va anche detto che questo eliminerebbe la necessità del capotreno in cabina di guida, risparmiando così personale. Chiaramente, anche le normative di esercizio e, forse, le abilitazioni del personale andrebbero tutte riviste, nel momento in cui la ferrovia diventasse metropolitana a tutti gli effetti.
2) La ferrovia Roma-Giardinetti, moncone della ferrovia a scartamento ridotto Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone e diramazioni (così era in origine), potrebbe essere anch'essa ceduta a Roma Capitale, ma andrebbe presumibilmente trasformata in tramvia, quindi cambiando anche qui tutte le normative di gestione. Inoltre, rimane il problema dello scartamento: lo si lascia ridotto o lo si trasforma in normale? In quest'ultimo caso, ovviamente, andrebbe sostituito tutto il materiale rotabile. Passi per gli ormai obsoleti treni bloccati a due o tre pezzi, ma sarebbe forse un peccato accantonare gli elettrotreni a tre casse serie 820, nonchè quelli a due casse serie 830, materiale ancora relativamente "giovane" e valido.
3) La ferrovia Roma Nord invece, essendo extraurbana, non credo sia possibile cederla, anche perchè il percorso si svolge sia nella Città Metropolitana di Roma Capitale (ex Provincia di Roma) che nella Provincia di Viterbo. Questa ferrovia occorrerebbe rettificarla nel tracciato dove possibile, nonchè adeguarla, poi, almeno in parte, agli standard RFI, quindi con segnalamento analogo (magari semplificato) e, soprattutto, applicazione del Sistema Controllo Marcia Treno, sia sulla linea (SottoSistema di Terra) che sui rotabili (SottoSistema di Bordo). Non sarebbe sbagliata anche la gestione con un Controllo Centralizzato del Traffico e con un Dirigente Centrale Operativo, applicando anche un Blocco Conta Assi, del tipo simile a quello in opera sulla Roma-Viterbo di RFI. Rimane poi l'aspetto traffico viaggiatori, alto nel territorio comunale e provinciale di Roma Capitale, ma basso nella provincia di Viterbo, specie nel tratto Catalano-Viterbo, cosa però compensabile, almeno in parte, con una revisione di autoservizi paralleli concorrenti, che andrebbero rivisti o anche, almeno in parte, tolti, e con un rilancio della ferrovia anche a fini turistici; sarebbe infatti un vero peccato una sua chiusura nel tratto viterbese. Ma sono tutte cose che la Regione Lazio, le piaccia o no, deve e dovrà valutare, compito che spetta solo ad essa, come proprietaria della linea.