Da sempre argomento caldissimo: “gli evasori sono la causa della rovina di ATAC”, ma purtroppo quest’affermazione non è veritiera, ed adesso vediamo il motivo
Nel Contratto di servizio stipulato nel 2015 tra Comune di Roma e ATAC, si stabiliscono i costi chilometrici “standard” a cui ha diritto ATAC per ogni km di servizio effettuato.
Successivamente il contratto stabilisce che il Comune paghi ad ATAC solo il 65% di queste cifre, ed assume che la restante quota del 35% sia ricavata dalla vendita di biglietti e abbonamenti (ricavi tariffari).
Per fare un esempio pratico, il contratto stabilisce che per ogni km percorso da un autobus diesel o metano, ATAC abbia diritto a 5,20 €, che incasserà in questa maniera:
- il 65% della tariffa, pari a 3,38 € (vedasi tabella sotto), dal Comune di Roma con i soldi delle tasse;
- il 35% della tariffa, pari a 1,82 €, dalla vendita di biglietti e abbonamenti (ricavi tariffari).
In realtà la restante quota del 35% da biglietti e abbonamenti, è un obiettivo. Se ATAC fornisce un servizio di qualità e si impegna in un’elevata lotta all’evasione tariffaria, i ricavi potrebbero essere superiori a quel 35%, mentre con un servizio scadente e una scarso contrasto all’evasione, ATAC potrebbe ricavare molto meno ed andare in perdita.
Concettualmente parlando questo tipo di contratto non dovrebbe mai essere applicato ad un servizio essenziale come quello del trasporto pubblico. ATAC non dovrebbe rischiare perdite né avere profitti. Non a caso a Milano il Comune paga il 100% dei costi ad ATM, ed incassa i ricavi dei biglietti, avendo quindi molta più libertà di decidere la politica tariffaria e come reinvestire eventuali profitti.
Torniamo a Roma, quale quota recupera ATAC da biglietti e abbonamenti? Andando a prendere i bilanci ufficiali dal 2010 in poi, e considerando che l’attuale contratto è operante dal 2015, si noterà facilmente che ATAC recupera più o meno esattamente quel 35% stabilito nel contratto.
Questo significa una cosa semplicissima: la causa del dissesto di ATAC NON sono affatto gli evasori.
Gli evasori invece provocano un danno alla collettività, che è costretta a pagare una quota più alta dei costi operativi ad ATAC. A Milano per esempio il Comune recupera oltre il 50% dei costi dalla vendita di biglietti e abbonamenti, quindi sui contribuenti grava meno del 50% (mentre a Roma il 65%), ma Milano può anche permettersi di fare maggiori investimenti nel trasporto pubblico.
Di Mercurio Viaggiatore uno che mal sopporta la falsa manipolazione dei dati, per cui li analizza e li presenta in modo semplice e chiaro, spesso mostrando che il re è nudo. Per informazioni o segnalazioni mercurio@odisseaquotidiana.com
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3 Commenti
C'è poi anche da dire che, sempre a Milano, la rete di trasporto è fatta molto meglio rispetto a quella romana: le direttrici di forza sono esercitate con tramvie e metropolitane, come è giusto che sia, mentre gli autobus sono praticamente relegati a compiti di adduzione o, comunque, a linee a minor traffico. Questo comporta anche dei costi di esercizio più bassi rispetto a Roma, dove l'autobus, causa carenza cronica di linee su rotaia, spesso è chiamato ad operare su direttrici "di forza", dove tecnicamente ed economicamente non è conveniente.