Rassegnati Stampa: Parliamo con Il Corriere delle Città dei fatti di Repubblica - Brucia vedere il bilancio del grave incidente avvenuto ieri nella stazione della metro Repubblica, che ha visto il crollo di una scala mobile per una decina d’invasati russi venuti a sostenere il CSKA Mosca a Roma
Una tragedia immane per i molteplici feriti – anche gravissimi – e l’immagine di Roma, passata alle cronache nazionali e internazionali come città pericolosa e da evitare.
20 people have been injured after an escalator malfunctioned and rapidly sped downward at a Rome metro station, leaving passengers in a jumble at the bottom, Italian officials say https://t.co/CXpnlnNZiO pic.twitter.com/5OuPytUT2I— CNN (@CNN) 23 ottobre 2018
Una situazione destinata ad aprire una nuova inchiesta e un caso politico su ATAC, che già ieri mattina aveva fatto rilevare dei guasti sulla linea della Metro C e nel tardo pomeriggio si è trovata ad affrontare i fatti della stazione di Repubblica.
Sulla faccenda abbiamo voluto intervistare Andrea Castano di Odissea Quotidiana, sentendo un suo parere sui gravi fatti di ieri e come questi si ripercuoteranno sulle politiche interne di ATAC.
Cosa è successo? Le immagini della scala mobile
Signor Castano, che opinione si è fatto riguardo il caso della Metro Repubblica e vedendo come protagoniste della tragedia le famose scale mobili delle stazioni romane (più volte passate alle cronache per i molteplici guasti tecnici)?
La prima impressione è stata quella di dire: “qui a Roma succede di tutto”. Non c’è stato da stupirsi, visto che già ieri mattina si era manifestata una prima rottura sulla Metro C con conseguente passeggiata degli utenti nella galleria: un’ennesima immagine pessima che si dà di questa città. Io credo che le scale mobili dovrebbero essere chiuse se sono rotte, ma quella di ieri è una casualità: ovviamente aspetto le ricostruzioni su quello che è realmente successo. Probabilmente è vero che qualcuno ha fatto baldoria su quella scala mobile che è particolarmente lunga, ma comunque non credo in generale che sia abbastanza sicura la situazione”.
Odissea Quotidiana ha dato un’interpretazione diversa del “fenomeno Repubblica” in confronto ad altre testate giornalistiche nazionali: mentre i giornali tornano a parlare di “allarme sicurezza”, voi parlate di un giusto utilizzo delle scale mobili. Ci può spiegare meglio?
Ogni scalino può reggere il peso di 4/5 persone, motivo per cui abbiamo basato la nostra analisi sulla regolamentazione e i vari controlli sulle scale mobili. Folti gruppi di persone che utilizzano questi mezzi sono scolaresche, gite di vario tipo: situazioni di normalità. Ovviamente però saltandoci sopra il peso aumenta, con l’epilogo che abbiamo visto tutti. Si vede proprio che a un certo punto la scala accelera, come se non fosse minimamente frenata: qui qualcosa è andato storto, forse un pattino che non ha frenato. Bisognerà vedere se il pattino si è rotto perché ci saltavano sopra, piuttosto che per mancanza di manutenzione.
Secondo Lei, la giornata di ieri poteva essere affrontata meglio da ATAC?
La mattina secondo me sì, nel senso che sul guasto giravano zero informazioni come al solito. Il pomeriggio no, perchè è stato un fatto legato a un’emergenza completamente diversa. Hanno preso in mano la situazione Polizia e Vigili del Fuoco: tempo 5 minuti e il posto era già pieno di ambulanze. Una gestione che non era soltanto di ATAC, poiché il fatto era molto grave.
Il comunicato di Atac: La scala aveva 10 anni. A breve altri lavori nelle stazioni
I gravi fatti della Metro Repubblica rilanciano l’allarme sicurezza nelle stazioni romane?
L’attenzione sulla questione dev’essere sempre alta, così da far tenere alto ad ATAC il problema che affligge tante stazioni capitoline. Per le tante persone che c’erano ieri, nonostante gli addetti e militari alle banchine si poteva fare ben poco. L’idea però che le stazioni siano terre di nessuno è abbastanza evidente.
ATAC come esce dal “caso Repubblica” e quali politiche interne assumerà d’ora in avanti?
Io immagino che adesso faranno un’analisi interna della questione in maniera abbastanza approfondita, perché una scala mobile in generale non può crollare. Mi piacerebbe vedere – ma credo non lo faranno mai – i risultati dei controlli, qualsiasi essi siano. Mi sarebbe piaciuto ieri sentire dalla Sindaca “adesso faremo un’analisi di quello che è successo a livello strutturale” e aggiungere: “cercheremo di colpire i colpevoli”. Se davvero ci fosse stata una negligenza (mi auguro di no), allora continuiamo sempre allo stesso modo: un treno si può rompere come ieri mattina, una scala mobile non può crollare. Dopo 10 minuti già la BBC faceva un servizio dove parlava di Roma come città pericolosa e rischiosa per l’incolumità.
A number of CSKA Moscow fans were injured when an escalator ran out of control at a Rome metro station.— BBC Sport (@BBCSport) 24 ottobre 2018
More: https://t.co/f1IOzL20af pic.twitter.com/HwFT72H4IX
No, perché tutto infiammerà il referendum sul trasporto pubblico. Ormai è diventata una cosa del tipo “volete voi ATAC, sì o no?”. In realtà si parla di liberalizzazione di tutto il trasporto pubblico. Io credo che quello che è successo ieri mattina e poi ieri pomeriggio, nonostante la gestione sia stata effettuata secondo le procedure interne (pure sul caso della Metro C con le persone rimaste un’ora in metro e fatte uscire con l’arrivo della sicurezza), peserà: qui parliamo dell’autobus in ritardo, ogni piccolo guasto ai mezzi è diventato un tema di scontro sul SI’ o NO.
Da Il Corriere delle Città
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