Mentre proseguono le indagini della magistratura presso la stazione metro Repubblica, che resta chiusa a seguito del grave incidente del 23 ottobre scorso, continuano a emergere elementi di domanda circa l’integralità delle scale mobili della fermata
L’impianto, si legge sull’edizione odierna di Leggo, si era fermato ben quattro volte in un mese, l’ultima volta solo sei giorni prima dell’incidente.
Desta anche dubbio la mancata attivazione dei sistemi di frenata automatica, che avrebbero dovuto arrestare l’impianto in caso di sovraccarico o superamento della velocità sopra il limite di 0,5 m/s.
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L’impianto normativo che disciplina i parametri di installazione e manutenzione delle scale è sostanzialmente basato sul Decreto Ministeriale del 18 settembre 1975, nel quale viene specificatamente indicato che “tutte le strutture portanti e gli organi che hanno diretta attinenza con la sicurezza dell’impianto devono essere progettati con coefficiente di sicurezza maggiore o superiore a 5 rispetto alla rottura”.
Il comunicato di Atac: La scala aveva 10 anni. A breve altri lavori nelle stazioni
Difficilmente i tifosi, anche saltando (come sembra emergere da alcune testimonianze), avrebbero potuto superare tale coefficiente, salvo una sfortunata e casuale coordinazione dei “festeggiamenti”.
La manutenzione delle scale mobili, che Atac ha dichiarato di effettuare sulla totalità dei dispositivi secondo le prescrizioni di legge, è stata affidata attraverso la determinazione dell’AU n. 73 del 19 aprile 2017 alla RTI Del Vecchio Srl (mandatario) e alla Grivan Group Srl (mandante) con un ribasso rispetto alla base d’asta pari al 49,73%.
Cosa è successo? Le immagini della scala mobile
C’è da dire che anche le gare precedenti del 2001 e del 2013 erano state vinte con un ribasso rispettivamente del 55,10% e del 45,07%, ma forse dopo questo grave incidente, al di là delle responsabilità giudiziarie, Atac dovrà annullare il contratto con l’attuale manutentore (un po’ come annunciato a livello nazionale per la vicenda di ponte Morandi) e bandire una nuova gara non più col criterio del massimo ribasso, bensì dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
È evidente che per emettere un verdetto bisognerà attendere gli esiti delle indagini, certamente ogni ipotesi è ancora aperta.
Da Sferragliamenti sulla Casilina
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