Non ditelo a Zingaretti: La Ratp Dev si è leggermente incazzata di essere stata scaricata dalla Regione Lazio ed ha fatto ricorso al Tar per annullare l’accordo di programma tra Regione, Rfi e Ministero, definendolo affidamento diretto illegittimo. Che la guerra (sulla nostra pelle) abbia inizio
Di Valeria Costantini per Corriere della Sera
Ricorso al Tar per annullare «l’accordo di programma tra Regione, Rfi e Ministero». La richiesta: bocciare anche il nuovo contratto di servizio triennale con Atac. Il gigante francese è il quinto gruppo al mondo nei trasporti
Ferrovie dello Stato «conquista» i treni romani ma i francesi dichiarano guerra. Finisce in tribunale la lunga querelle tra la Regione Lazio e la Ratp Dev Italia: sul binario della discordia c’è la gestione delle due linee ex concesse della Capitale, la Roma-Lido e la Roma-Viterbo. Troppo costoso l’investimento che la società di trasporti guidata da Bruno Lombardi ha messo in campo per non tentare la carta del contenzioso. Oltre 400 milioni di capitali pronti per soppiantare l’Atac sulla disastrata ferrovia che collega Ostia al centro città, con 9 nuove stazioni e 17 treni in più: era il project financing presentato alla Pisana dalla costola italiana del colosso francese, bocciato però dalla Conferenza dei servizi a luglio 2016. E subito era scattato il primo ricorso al Tar.
Affidamento diretto illegittimo
Il 20 gennaio scorso però la Ratp ha raddoppiato la posta in gioco. La controllata del gigante d’oltralpe (quinto gruppo al mondo nei trasporti, operante in 15 paesi per 5 miliardi di fatturato) in Toscana ha già strappato a Ferrovie un appalto di 4 miliardi per il servizio su gomma. Ora la società di Lombardi – manager romano, già con incarichi nell’Agenzia della Mobilità - punta alla giugulare e chiede ai giudici laziali di annullare in toto «l’Accordo di programma tra Regione Lazio, Rete Ferroviaria Italiana e Ministero delle Infrastrutture» dello scorso dicembre. Incluse le delibere conseguenti che sancivano il passaggio della concessione e il nuovo Contratto di Servizio triennale con Atac che resterà a gestire l’esercizio delle linee (almeno a breve). L’accusa è chiara: si contesta l’illegittimità di un affidamento diretto, «senza alcuna gara di evidenza pubblica a un soggetto del tutto indipendente dalla Regione».
«Eccesso di potere e vizi procedurali»
Rfi così – si legge - si «assumerebbe apparentemente a titolo gratuito la concessione delle infrastrutture e provvederebbe all’ammodernamento delle stesse, ma beneficiando di fondi di Regione e Mit», senza una «necessaria valutazione della sostenibilità economica» o elaborati di progetti specifici. Sulla gestione dei trasporti romani, anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, oltre a bacchettare Atac per le carenze del servizio, aveva auspicato «un rapido superamento della scarsa propensione alle gare», sollecitando uno «sforzo motivazionale e di trasparenza» da parte della Regione che deve dimostrare come tale affidamento risponda a «criteri di efficienza». Si è evitata insomma la privatizzazione delle linee Atac, ma a quali costi chiede Ratp, che rileva al Tar «vizi di natura procedurale ed eccesso di potere». In dettaglio, la concessione delle linee a Rfi non sarebbe legittima in quanto soggetto esterno, non «in house» alla Regione, esattamente come varrebbe per il contratto con Atac, partecipata sì ma del Comune di Roma.
Scontro su 27 milioni di passeggeri l’anno
Una «violazione delle leggi comunitarie e del codice degli appalti»: in più illegittimo sarebbe l’uso dei fondi del Governo – 180 milioni dati alla Regione – destinati però a trasformare la linea nella quarta metropolitana di Roma e non in una futura tratta «interconnessa con la rete ferroviaria nazionale a favore di Fs». «Ratp Dev Italia – dichiara il direttore Sviluppo progetti Andrea Buonomini – censura l’illegittimità e l’anti-economicità di tale scelta, che comporterebbe un peggioramento del servizio per il quale invece la nostra società aveva presentato un progetto che faceva risparmiare denaro pubblico». Più sicurezza, sviluppo e risorse certe: erano i cardini dell’Accordo con Fs della giunta Zingaretti, che ha anche inserito un sistema di monitoraggio dell’offerta, con penali a carico del concessionario in caso di disservizi. In più vagonate di milioni l’anno ad Atac per migliorare il viaggio dei 27 milioni di passeggeri della Roma-Lido. La battaglia è solo all’inizio.
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