ZTL Fascia Verde: depositata la richiesta di un referendum

I Liberisti Italiani hanno depositato 1.000 firme e il quesito in Campidoglio, a ottobre la decisione.

ZTL Fascia Verde: depositata la richiesta di un referendum

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La macchina del referendum s’è messa in moto. Negli scorsi giorni i Liberisti Italiani hanno depositato presso il Campidoglio un quesito referendario, supportato da 1.000 firme, per l’abrogazione dei divieti previsti con l’attivazione della ZTL Fascia Verde, prevista attualmente per il prossimo 1° novembre.

Volete voi che Roma Capitale al fine di limitare o ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, applichi misure mirate che escludano il divieto generalizzato e definitivo di transito nella cosiddetta "Ztl Fascia verde", o in altre aree del territorio, per interi periodi dell'anno ed in orari predeterminati, nei confronti di particolari tipologie di veicoli privati, al fine di tutelare la libertà di circolazione dei cittadini?

A muovere i fili dell’iniziativa, dicevamo, è Andrea Bernaudo, presidente dei Liberisti italiani e parte del comitato promotore "No ZTL Fascia Verde Roma" che ha commentato come su un provvedimento così impattante debbano decidere i romani. Ad essere esclusi dal perimetro sarebbero i veicoli diesel fino a Euro 4 e benzina fino alla classe Euro 3 per un totale stimato di circa 500mila automobili (dati autovetture immatricolate a Roma desunti dal Rapporto Annuale Mobilità 2023) a cui si aggiungerebbero, dal 1° aprile 2025, i diesel Euro 5.

Ora, entro 30 giorni, la commissione comunale incaricata si seguire queste procedure dovrà esprimersi, decretando un giudizio di ammissibilità oppure respingendo il referendum.

 

LE TRATTATIVE DEL CAMPIDOGLIO

Proseguono nel frattempo le interlocuzioni del Campidoglio con la Regione Lazio per scongiurare l’attivazione dei varchi il 1° novembre: a definire il quadro di restrizioni o dei rinvii saranno le valutazioni dell’ARPA sulla qualità dell’aria di Roma. La misura della ZTL Fascia Verde è, ricordiamo, una delle azioni contenute nel Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA) che la Regione Lazio ha dovuto varare a seguito della procedura d’infrazione sotto la quale la Capitale e la nostra Regione sono finite nel 2008 (Diretta 2008/50/CE). Fiducia trapela da fonti del Campidoglio.

In riferimento a notizie di stampa riguardanti il divieto di ingresso nella Ztl Fascia Verde ai veicoli più inquinanti, si precisa che è in corso da tempo un’interlocuzione proficua con Arpa e Regione Lazio per confermare il quadro attuale alla luce dei dati positivi circa la presenza, in flessione negli ultimi tempi, di NO2 e PM10.

 

L’OPINIONE

Già in sé e per sé questo valzer della ZTL risulta essere abbastanza penoso e dopo anni di rimandi sarebbe il caso che Gualtieri si facesse coraggio su una misura inevitabile e- aggiungiamo – necessaria per rendere più vivibile questa città.

Da questo passaggio avrete già compreso il nostro posizionamento sul tema, a differenza dei molti populisti saltati sul carro del “No ZTL” animato, tra le varie, anche da associazioni autoproclamate “a salvaguardia degli utenti del trasporto pubblico”.

In uno scenario di una motorizzazione sempre più estrema, con Roma come città con più automobili pro capite di tutta Italia, e di cantieri giubilari e post-giubilari l’unico modo per migliorare nel breve periodo il trasporto pubblico della Capitale è decongestionare le strade.

Per questo ambizioso obiettivo, la misura della ZTL Fascia Verde da sola risulta essere fin troppo modesta: le azioni devono essere tese alla tassazione per l’occupazione del suolo pubblico che l’automobile che comporta, in sosta o in movimento, e la sottrazione alla collettività che questa comporta. Serve un incremento delle tariffe, attualmente ridicole, delle strisce blu che deve avvenire per zone: più costose nel Centro Storico e meno care al di fuori delle Mura Aureliane. Serve un sistema move-in, che imponga una spesa a chi attraversa la città con l’automobile, soprattutto in quelle zone ad alta concentrazione di trasporto pubblico. Infine, è necessario che venga implementata una rete di corsie preferenziali ben più ampia di quella prevista dal PUMS.

Misure che sono tutto fuorché “talebane”, se introdotte con la necessaria gradualità e all’interno di un Piano Generale del Traffico Urbano, il PGTU, che a Roma è rimasto fermo al 2015.

Il trasporto pubblico di Roma sta per fare un salto di qualità, grazie agli investimenti del Giubileo, del PNRR e del MIT, ma buona parte dell’efficacia degli investimenti dipenderà dall’impatto delle interferenze del traffico privato: parliamo 655 autobus che si aggiungeranno ai 400 già circolanti, 121 tram, 53 treni della metropolitana, oltre ai cantieri (finalmente) della metro C fino a Farnesina e 4 nuove tramvie per 30,7 km di rete addizionale, soprintendenza archeologica de Il Messaggero permettendo.

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